Dal punto di vista tecnico, si testano nuovi materiali che affiancano i più “tradizionali” nella messa a punto di interventi non invasivi volti a proteggere efficacemente le costruzioni. La fibra di carbonio, ad esempio, che trova già molte applicazioni in ambito furnishing, comincia ad essere utilizzata anche su scala architettonica. Uno dei “progetti-pilota” è stato la riconversione di un edificio per uffici in showroom per un marchio giapponese del tessile, ad opera dello studio Kengo Kuma. Per prevenire i danni causati dai terremoti frequenti in quell’area del Paese, l’architetto giapponese ha letteralmente ancorato a terra l’edificio attraverso dei cavi realizzati in fibra di carbonio, ricoperti da fibre sintetiche e inorganiche e rifiniti con resina termoplastica, che circondano l’intero perimetro. Il CABKOMA Strand Rod, questo il nome del materiale, è caratterizzato da un’elevata resistenza alla trazione unita a un’eccezionale leggerezza rispetto, ad esempio, a una medesima corda in acciaio (fino a cinque volte più pesante). Una proprietà che soddisfa anche le esigenze estetiche dei progettisti: l’edificio, infatti, sembra essere avvolto da una impalpabile tenda - che si apre in corrispondenza degli ingressi - dove ogni asta è stata funzionalmente posizionata, grazie a complesse modellazioni, nel punto esatto in cui verrà chiamata a rispondere alle sollecitazioni di un sisma.